Inserito in: Alimentazione
19/12/2012

L'importanza della dieta di mantenimento

Autore: Giorgia Prisco

Il mantenimento è la fase successiva alla dieta, un periodo durante il quale bisogna tentare di non riacquistare i chili persi con mesi e mesi di sforzi e sacrifici.

Mentre la dieta è per forza di cose un regime alimentare circoscritto ad un tempo limitato, il mantenimento deve diventare uno stile di vita vero e proprio.
Un errore molto frequente è invece quello di affrontare la dieta come una privazione dolorosa, aspettandone la fine per ricominciare a mangiare come o più di prima, con il risultato di vanificare tutti gli sforzi.

Una dieta dovrebbe essere accompagnata da un cambiamento psicologico prima ancora che alimentare. Quando si inizia una dieta, si deve compiere anche uno sforzo di tipo mentale, comprendendo che le ragioni estetiche sono persino secondarie rispetto a quelle di salute e benessere.

Perdere (o acquistare) peso è un passo verso il miglioramento della propria forma fisica e mentale, ma soprattutto è una liberazione dal concetto del cibo come compensazione.
L'atto del mangiare, infatti, è stato ormai scollegato dal concetto del nutrimento, ed è diventato un fatto emozionale, un gesto con cui io gratifico il mio ego "compensandolo" per tutto ciò che la vita non riesce a dargli. Il cibo, però, non nasce con questa funzione; il cibo serve a mantenerci in vita. La vitalità, la gioia e l'entusiasmo sono emozioni che dobbiamo ricercare altrove, prima di tutto dentro di noi, oppure modificando i fattori esterni che influenzano la nostra vita. Se è lo stress a farci mangiare, ad esempio, non miglioreremo la situazione cedendo all'impulso del cibo, ma solo andando a modificare i fattori che ci provocano stress.

Se la dieta è stata affrontata con il vecchio stato d'animo e non sono state comprese a fondo le ragioni per cui si è cambiata alimentazione, si rischierà di veder crollare dopo pochi mesi tutti i risultati faticosamente raggiunti. Se al contrario la dieta è stata anche l'occasione per stabilire un rapporto diverso con il cibo, il periodo successivo non potrà che suggellare i risultati ottenuti.

Il periodo successivo alla dieta vera e propria si chiama mantenimento. Come dice la parola, il suo scopo è quello di mantenere i risultati raggiunti.

Di norma, dopo un periodo di dieta, la tendenza è quella di riacquistare una piccola parte dei chili persi. Non c'è da preoccuparsi: in fondo non esiste equilibrio senza oscillazione. Bisogna però fermare l'oscillazione e stabilizzarla in un punto mediano, così da non annullare il risultato della dieta. Per raggiungere questo obiettivo, i nutrizionisti consigliano una dieta di mantenimento.
Con la dieta di mantenimento, il nutrizionista abitua gradualmente il corpo ad ingerire quantità maggiori di alimenti, in modo da bloccare il processo di dimagrimento e portare il metabolismo al suo equilibrio ottimale.

L'aspetto più importante del mantenimento, tuttavia, non sta nel cibo, ma nella mentalità con cui lo si affronta. Anche se la dieta è stata vissuta come una "lotta", una "gara", un periodo "funzionale a", il mantenimento deve essere vissuto come un inizio: l'inizio di un nuovo stile di vita alimentare.

Il mantenimento non ha una durata: deve continuare fino a quando le esigenze e le funzioni metaboliche non cambiano nuovamente (ad esempio con la vecchiaia).
Mentre nella dieta è giusto seguire uno schema rigido imposto "dall'alto", il mantenimento deve vedere il soggetto farsi parte attiva delle sue scelte.
Se la dieta era un piano diviso giorno per giorno o addirittura ora per ora, il mantenimento deve essere una griglia contenente delle indicazioni volte a rendere il soggetto autonomo ed in grado di auto-gestire la sua alimentazione.
Se durante la dieta abbiamo preso la buona abitudine di fare sport, andare in bicicletta e in mountain bike o correre sul tapis roulant, durante il mantenimento dobbiamo addirittura arrivare a sentire il bisogno fisiologico dello sport.

La dieta dovrebbe aver insegnato la maniera corretta di nutrirsi; nel mantenimento si può fare qualche strappo alla regola, si possono aumentare lievemente le quantità, ma non si può ricominciare a mangiare come prima, perché nella nostra vecchia maniera di mangiare (e di nutrirci) c'era qualcosa di sbagliato, altrimenti non avremmo mai dovuto affrontare una dieta.

Se capiremo che per vivere non abbiamo bisogno di esagerare con il cibo e che l'importante non è mangiare ma nutrirci (nel corpo e nello spirito), non avremo bisogno di ripetere faticose diete dimagranti (o, in alcuni casi, ingrassanti), perché saremo in grado di dare al nostro corpo tutto ciò di cui ha bisogno per stare bene ed in salute.




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